L’importanza della diagnostica per il restauro dei beni culturali

La attività di restauro, messa in sicurezza e conservazione preventiva richiedono per essere svolte al meglio tutta una serie di indagini diagnostiche, da svolgere prima, durante e dopo l'intervento.

Indagini diagnostiche finalizzate al restauro a alla Pinacoteca Comunale di Città di Castello (PG)

La diagnostica prima, dopo e durante l’intervento


Lo studio, la conservazione ed il restauro dei beni culturali sono attività che, per essere svolte al meglio e senza rischi, richiedono l’impiego di tecniche analitiche che forniscano informazioni sui materiali costitutivi.


Analizzandone la composizione chimica e la distribuzione dei materiali all’interno dell’opera, è possibile classificare le tecniche di esecuzione ed evidenziare così le componenti più soggette a rischio. Questa tipologia di analisi dà informazioni fondamentali a chi interverrà con un’operazione di restauro, messa in sicurezza o conservazione preventiva.


In materia di conservazione, le analisi permettono inoltre di effettuare verifiche sullo stato di conservazione degli strati superficiali delle opere e avere contezza degli effetti a corto, medio e lungo termine dell’attuale esposizione alle condizioni ambientali.


Durante e dopo l’intervento di restauro, queste tecniche analitiche ci possono dare informazioni anche sull’effetto e sull’efficacia dei trattamenti come puliture, consolidamenti, stuccature e reintegrazioni. Queste operazioni divengono fondamentali per ottimizzare le procedure di intervento e monitorare lo stato di conservazione nel tempo.


Tutte queste indagini possono essere svolta grazie alla diagnostica non invasiva, che è in grado di lavorare sull’opera senza effettuare alcun prelievo o comprometterne, neanche in piccola parte, l’integrità.


Gli strumenti adottati


Per quanto riguarda le indagini propedeutiche al restauro sono utilizzate principalmente tre tipologie di analisi: le analisi per immagine, le analisi puntuali e le indagini ambientali. Ogni tipologia di analisi è effettuata con diverse tecniche e strumenti. Ne proponiamo qui sotto alcuni a scopo esemplificativo.


ANALISI PER IMMAGINE


Le analisi per immagini sono indispensabili per lo studio dello stato conservativo dell’opera sia a livello superficiale che interno. 


Tecniche come quella a luce visibile, infrarosso o ultravioletto permettono infatti di avere una prima mappatura dei materiali organici e inorganici utilizzati, evidenziare la presenza di ritocchi, ridipinture o di un eventuale disegno preparatorio. Quelle a luce radente evidenziano invece la presenza di distacchi della pellicola pittorica, fessurazioni o accumuli di polvere, patine o inquinanti sopra le superfici.


Ma con l’analisi per immagine è possibile capire cosa si nasconde anche sotto lo strato superficiale delle opere. Per quanto riguarda le opere mobili, la tecnica della radiografia permette di guardare oltre la superficie e analizzarne il supporto o, nel caso delle opere pittoriche, evidenziare la presenza di precedenti dipinti al di sotto della pellicola pittorica visibile.


ANALISI PUNTUALI


Le analisi puntuali sono indagini molto specifiche che insistono su un singolo “punto” cioè una o più parti dell’opera che vanno a rappresentare un campione. Le fluorescenze a raggi X, ad esempio, sono molto utili nello studio della componente inorganica (pigmenti) e nell’analisi degli inquinanti e delle patine superficiali.


Le indagini spettroscopiche o spettrometriche permettono di studiare accuratamente la composizione chimica e individuare prodotti di alterazione come ossalati, solfati, carbossilati. Sono inoltre molto utili per il monitoraggio online delle diverse fasi di pulitura.


Le indagini alle Logge di Galatea


Tra il 2021 e il 2022 LabDIA ha collaborato con l’Istituto Centrale del Restauro svolgendo indagini diagnostiche propedeutiche al restauro all’interno della Loggia di Galatea, in Villa Farnesina a Roma.


Le indagini, propedeutiche ai lavori di restauro, hanno riguardato le paraste e le lunette dipinte da Sebastiano Del Piombo, pittore di estrazione veneziana che operò nella decorazione della Loggia a fianco di Raffaello e Baldassarre Peruzzi.


Sulle lunette sono state effettuate le seguenti indagini, finalizzate allo studio sia dei materiali, sia della tecnica esecutiva:


riflettografia infrarossa, fluorescenza ultravioletta, rielaborazione infrarosso e falso colore, (puntuali) spettrometria nel visibile (FORS), spettrofotometria (MID-FTIR), spettrometria Raman, spettrofotometria (ATR-FTIR), spettrometria XRF.


Le informazioni ricavate sono state utili ai restauratori sia per la corretta impostazione del restauro sia per il chiarimento di alcuni dubbi riguardo lo studio e la datazione delle opere. In particolare, sono stati studiati alcuni pigmenti per una conferma della datazione delle paraste e sono stati studiati i pigmenti utilizzati per la colorazione delle lunette, come i blu e le porporine.

cantiere alla Cappella di S. Severo, PG

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